scuola di pesca

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TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SULLA PESCA IN MARE DALLA SPIAGGIA

lunedì 10 settembre 2012

PASSERA di MARE

La Passera di mare a volte meglio nota come Passera pianuzza (Platichthys flesus) appartiene ad una delle poche famiglie dell’ordine dei Pleuronettiformi. I Pleuronettiformi sono un raggruppamento di pesci dalle caratteristiche anatomiche e di sviluppo particolari e molto interessanti. In questi animali la prima cosa che si nota è l’asimmetria del corpo e il suo assottigliamento adattato a vivere, e talvolta infossarsi, sul fondale marino. Gli occhi sono situati entrambi sul lato dorsale del pesce che risulta, a differenza del lato opposto ventrale, pigmentato e dona all’animale ottime capacità mimetiche in base all’ambiente in cui si trova. Tuttavia alla nascita questo particolare gruppo di pesci mostra una normale simmetria bilaterale comune alla maggior parte di tutti i pesci, ma dopo una serie di complessi “riassestamenti anatomici” si arriva alla morfologia asimmetrica presente nell’adulto. Sono tutti pesci predatori che tendono agguati alle loro prede rimanendo mimetizzati e nascosti fino all’ultimo momento prima di sferrare l’attacco che si conclude in pochi attimi Le dimensioni e la distribuzione variano molto da specie a specie. Alcune specie, dato le grosse dimensioni che raggiungono, sono di notevole interesse commerciale e sono oggetto anche di itticoltura. Ritornando adesso alla nostra Passera pianuzza, che ovviamente mostra tutte le caratteristiche del raggruppamento al quale appartiene appena descritto, possiamo dire che è un pesce di dimensioni relativamente piccole. La taglia comune è attorno ai 20 cm di peso, anche se può superarli abbondantemente. Il lato pigmentato (dove sono presenti entrambi gli occhi) è di colore scuro, bruno nerastro sfumato e talvolta sono presenti chiazze più o meno accentuate; mentre il lato inferiore i di colore uniforme bianco-giallastro. Il corpo ha una forma ovale. Le carni hanno un buon sapore. Per quanto riguarda la diffusione non è presente in tutte le località italiane, diffusa in Adriatico. Riesce a vivere regolarmente in acque salmastre. I nomi dialettali ad essa attribuiti sono vari e molto diversi da regione a regione. La pesca della Passera di mare Nel dialetto calabrese viene chiamata Palaia e qua si pesca facilmente soprattutto nel periodo estivo. Solitamente presente sotto la linea di costa sabbiosa, a tiro di canna e facile da pescare. Si pesca a ledgering assieme alle mormore ( ma la sua vera pesca si svolge dalla barca ). Alcune volte può capitare di prenderne appena fuori dal porto, nelle vicinanze o dentro. Quando abbocca lei è un vero spasso poiché quando ce ne accorgiamo ed iniziamo a tirare, considerando che si insabbia, il recupero viene un pò forzato. Essa infatti al momento del recupero curva il proprio corpo in modo tale da porre una certa resistenza alla raccolta della lenza. Le esche consigliate per la sua cattura sono i vari anellidi, il gambero, alice, e sarda. I migliori risultati si ottengono spesso dalla barca praticando il bolentino leggero, sempre nel periodo estivo ed in contemporanea all’arrivo dei pesci pettine ( surici). Nel porto e dintorni la sua cattura avviene anche pescando all’inglese, con un piccolo piombo a 20 centimetri dall’amo facendolo scarrocciare dalla corrente. Se capita la giornata giusta la frittura di passera è assicurata. Un paio di volte mi è capitato che mi sono posizionato all’entrata del porto di fronte al mare aperto, pescando all’inglese. Passati alcuni minuti mi sono trovato le passere allamate, che puntualmente rigettavo in mare, ma visto che abboccavano di continuo ho incominciato a trattenerle. Fatto stà che alla fine mi sono ritrovato con quasi 2 kg di passere, testimone la mia dolce metà, che ne va ghiotta per questi tipi di pesci molto saporiti sia fritti che fatti con pomodoro. Per la sua cattura dalla spiaggia possiamo usare dei terminali tipo longarm, forcella o portoghese, terminali anch’essi adatti a questo scopo. Usando il longarm le sue catture sono ovviamente singole, ma usando gli altri terminali le coppiole sono frequenti. Le sue abboccate non si notano tanto, ma considerando il fatto che stiamo pescando solo questo tipo di pesce dobbiamo stare attenti al cimino, quando si hanno quelle sensibili toccate il pesce è allamato e sta sotterrandosi. A questo punto non da più quei colpetti che ci facciano accorgere della sua presenza. La canna può essere tenuta fissa sul reggicanna mantenendo sotto controllo il vettino, oppure tenendo la canna in mano e fare dei recuperi molto lenti ( trainetta ). Trainando si avranno maggiori risultati e più divertimento in quanto così facendo abbiamo la possibilità di sentire la sua abboccata direttamente in mano. Non tutti praticano questa pesca alle passere di mare, la maggior parte dei pescatori da spiaggia sicuramente restano in attesa di qualche bella mormora, orata, spigola, ma in mancanza di questi il mio consiglio è quello di praticare questo tipo di pesca e poi non è escluso che abbocchi la tracina ( vipera o ragno ). Quando abbiamo a che fare con qualsiasi specie di tracina dobbiamo stare molto attenti quando la andiamo a slamare per via delle spine velenose. Non è esclusa neanche la cattura di qualche bel Pettine (teniamo presente che siamo nel loro periodo: giugno – ottobre). Autore Di Bella M. con la speciale collaborazione di Francesco Tiralongo biologo marino

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