scuola di pesca

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TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SULLA PESCA IN MARE DALLA SPIAGGIA

sabato 27 agosto 2011

IL POLPO


Il Polpo (Octopus vulgaris) è sicuramente tra i molluschi cefalopodi più conosciuti, se non il più conosciuto, dei nostri mari. Specie di acque basse, si concentra nella zona di mare vicinissima alla costa e difficilmente lo si ritrova oltre i 200 metri di profondità. Il corpo di questo cefalopode è piuttosto robusto e presenta otto braccia e nessun tentacolo. Caso diverso rappresentano invece, tanto per fare i più comuni esempi, la Seppia (Sepia officinalis) ed il Calamaro (Loligo vulgaris), entrambi dotati di 8 corte braccia e due lunghi tentacoli (utilizzati per la rapida cattura delle prede). Nel polpo ogni braccio è percorso per l’intera lunghezza da una doppia fila di ventose. Una particolare membrana (interbrachiale) è presente tra le braccia. Al centro di quest’ultime, un bocca dotata di un becco corneo, simile a quello di un pappagallo, viene utilizzata per fare a pezzi le prede, che cadono vittima delle sue micidiali braccia. Le ghiandole salivari, inoltre , producono una tossina, la cefalotossina, che viene inoculata nelle prede tramite le ferite causate dal becco e che ha un azione paralizzante. Il sistema circolatorio comprende tre cuori. La colorazione varia parecchio in base allo stato dell’animale ed al camuffamento mimetico adoperato nell’ambiente e può essere giallo-biancastra o bruno-rossiccia. Il colore complessivo del corpo viene determinato da una moltitudine di particolari tipi di cellule cromatiche, sparse per tutto il corpo e sotto l’azione del sistema nervoso. Inoltre, l’animale può modificare anche il grado di rugosità presenti sul proprio corpo, in modo da adattarsi al meglio all’ambiente circostante. Il sistema nervoso è ben sviluppato e l’occhio complesso (simile a quello dei vertebrati). I polpi sono animali territoriali per cui nei pressi di una tana abitata difficilmente si avvicinerà un altro polpo. In alcuni casi sono stati registrati episodi di cannibalismo. È risaputo, ed è stato dimostrato da innumerevoli esperimenti, che sono animali dotati di un intelligenza fuori dal comune, soprattutto considerando che sono invertebrati. Sono difatti considerati, tra gli invertebrati, i più intelligenti. La taglia comune è quella che va dalle poche centinaia di grammi ad 1-2 chili di peso. In casi eccezionali può raggiungere i 10 Kg di peso. Ha un tasso di accrescimento estremamente veloce. La longevità della specie è stata stimata a circa 2 anni. La riproduzione avviene durante tutto l’anno (anche se l’attività sessuale è più intensa in determinati periodi) e la femmina depone fino a 400.000 uova. Sono presenti le cure parentali e la femmina morirà poco dopo che le uova si saranno schiuse. Il maschio possiede l’estremità del braccio III destro modificata ed utilizzata come organo copulatore (tale struttura prende il nome di ectocotile). Le femmine raggiungono dimensioni maggiori rispetto ai maschi. Ha abitudine notturne. Di notte, infatti, il polpo abbandona la sua tana e se ne va a caccia. Le sue prede preferite sono i crostacei, quali i granchi, ma si ciba anche di molluschi e di piccoli pesci. La tana del polpo viene costruita dall’animale nella sabbia, su fondale misto, al limite tra scoglio e sabbia, o su fondale prettamente roccioso sfruttando qualche buca o anfratto preesistente (in questo tipo di fondale è più difficile notarlo). Ha l’abitudine di chiudere l’ingresso con ciottoli, più o meno piccoli, ed altri piccoli corpi solidi. Spesso sta vigile all’ingresso della tana, tenendo saldamente tra le braccia alcuni ciottoli con i quali, in caso di percepito pericolo, chiuderà all’intruso l’ingresso alla sua tana. Importantissimo dal punto di vista commerciale in tutta Italia, viene venduto fresco o congelato. Il pescato annuale nazionale ammonta a diverse migliaia di tonnellate. Viene pescato sia con reti da traino, che con reti da posta fisse, ma anche con nasse e con la fiocina, in immersione, dalla riva o dalla barca di notte. C’è chi, per professione o no, cattura i polpi illegalmente in immersione facendo uso di solfato di rame (fungicida utilizzato in agricoltura e, visto il colore, noto comunemente come pietra celeste o azzurra) per stanare facilmente e rapidamente i polpi che divengono in questo caso facilissime prede. Il solfato di rame viene venduto come cristalli di sale più o meno grandi, solubili in acqua. Talvolta, fraudolentemente, una specie affine, Octopus macropus (Polpessa), ma meno pregiata, viene fatta passare ai mercati del pesce come Polpo e venduta al consumatore meno attento.


Riconoscimento delle tane.

1) se notate una perchia ferma a puntare uno scoglio, molto probabilmente nelle vicinanze c’è un polpo in tana.

2) davanti alla propria tana il polpo ha l’abitudine di ammassare piccoli ciottoli.

3) sempre accanto alla tana possono essere presenti resti di crostacei o conchiglie di molluschi di cui si è cibato.

4) vi trovate a fare della pesca subacquea a polpi? avete notato una tana? Il polpo è dentro? Non riuscite a prenderlo con la fiocina perché la tana è troppo profonda? Il sistema per tirarlo fuori c’è. Per prima cosa prendete il punto di riferimento dove il polpo staziona, andate a terra, prendete una sigaretta e la avvolgete in un pezzo di garza a retina fina mettendo dentro una piccola pietra, ritornate alla tana e mettete dentro la sigaretta spingendola con la fiocina un pò dentro. Contate fino a 10 il polpo sta uscendo, è tutto vostro. L’odore di sostanze presenti nel tabacco lo fa irritare fino al punto che esce allo scoperto per allontanarsi.

Attenzione nelle vicinanze potrebbero esserci più tane, ma si potrebbe trovare anche qualche murena che va ghiotta per i polpi, non abbiate paura, non vi farà niente. Al massimo andate via.

Quello che vi ho descritto riguarda chi fa della pesca subacquea. Se siete senza fiocina e state guardando il fondale e notate il polpo, tranquilli, lo potete prendere anche con le mani, si attorciglierà al vostro braccio.

Tecniche di cattura

1) portatevi una bottiglietta piccola ( quella di un succo di frutta ) piena di olio di oliva, ( no olio di semi, ha altre caratteristiche ) portatevi in zone basse dove il fondale è pieno di scogli e l’acqua vi arrivi più o meno all’altezza delle ginocchia. Spruzzate un po’ di olio mettendo il dito davanti alla bottiglietta in modo da far cadere poche gocce distanziate fra di loro. Questo sistema vi farà vedere il fondo come se lo state perlustrando con uno specchio e se ci sta il polpo ed avete un po’ di pratica, lo vedrete di sicuro. Sta a voi come prenderlo, fiocina o con le mani.

2) in un terminale possiamo legare un piede di gallina con una pezza bianca, oppure un sauro mettendo dentro un chiodo per appesantirlo un po’ ( 20 cm va bene ). Infiliamolo dalla bocca e facciamolo stare tutto dentro, si lega tipo salamino e si lancia in acqua il più lontano possibile. Il terminale non lo mettiamo a tiro, ma diamo un paio di metri di bando lasciandolo libero. Questo per farci capire quando il polpo sta mangiando, infatti esso tira la sua preda e stende il filo. A questo punto incominciamo a raccogliere il filo lentamente, tranquilli lui sta solo mangiando e non vede che lo state portando a terra. Appena arrivato vicino state attenti a non toglierlo dall’acqua perché si libererebbe. O vi avvicinate e lo prendete con le mani, o vi aiutate con una fiocina. Questo tipo di pesca con il sauro se si effettua nel periodo invernale, oltre ai polpi, potreste prendere anche seppie e calamari.

3) Vi volete divertire passeggiando per la spiaggia e tastare il mare in cerca di polpi? Ecco un altro sistema fruttuoso. Abbiamo sempre il piede di gallina ed il sauro ben legati, possiamo usare sia l’uno che l’altro. Nel volantino dobbiamo mettere solo un galleggiante un po’ consistente, barilotto, ciambella o a palla poco importa, l’importante che abbia il buco centrale e che il piede di gallina o il sauro non escano dal buco. Una volta preparato cerchiamo di lanciare lontano esca e galleggiante insieme ma teniamo il filo in mano. Quando arriva in acqua l’esca incomincia a scendere ed una volta adagiata sul fondo possiamo iniziare la pesca del polpo. Tirare 2 o 3 metri di filo un po’ velocemente e liberarlo nuovamente. Il gioco che fa è salire dal fondo in verticale, nello stesso tempo lo si tira verso terra. Cosi facendo state tastando il fondo palmo per palmo e state certi che se il polpo ci sta cadrà facilmente nella vostra trappola. Se è presente molta corrente meglio, lo alzate un po’ dal fondo e lo fate trascinare dalla corrente. L’importante è che una volta che il polpo si è abbracciato all’esca non tiratelo fuori dall’acqua, se capita non preoccupatevi più di tanto…è vostro lo stesso.

4) Ci posizioniamo sopra una costiera dove il fondo è misto o solo scogli ( fate in modo che non vi veda nessuno ). Avete con voi un barattolo di pomodoro pelato, quello da tre kg. Dopo averlo aperto per metà lo leghiamo con una cordicella o del filo di nailon un po’ spesso e lo lanciamo il più lontano possibile, ancoriamo il filo o la cordicella su uno scoglio e possiamo ritornare il giorno dopo. Raccogliamo il barattolo e probabilmente…sorpresa ..dentro si trova un bel polpo. Il barattolo aperto a metà, dà al polpo la sensazione di essere una tana e se ne impadronisce subito. Questo si fa la sera per poi andare la mattina a recuperare, ma non fatevi vedere altrimenti ci sarà chi controllerà per voi.

5) se siete capaci di creare una nassa bene, altrimenti la vendono. Abbiamo bisogno di una nassa piccola, dove andremo a mettere dentro delle sarde o sauri o qualcos’altro che riesce ad attirare i polpi. Il metodo è sempre quello del barattolo, con l’unica differenza che non è il solo polpo ad entrare ma anche pesci. L’unica cosa: cercare di non essere visti e nascondere bene la cima. Prima di ritirare il tutto dovranno passare parecchie ore.

Posso dirvi ancora, se malauguratamente, nel momento di tirarlo a terra lui si dovrebbe liberare state tranquilli e fermatevi anche voi nel recupero. Lui non si allontanerà molto dalla preda. Ogni tanto fate muovere l’esca e lui si aggrapperà ancora a mangiare.

Autori
Per le tecniche Michele Di Bella ( Surfcasting Calabria )
Per la biologia Francesco Tiralongo ( Surfcasting Sicilia )

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