COME APPRENDERE LE TECNICHE DI PESCA DALLA SPIAGGIA: SURFCASTING - LEDGERING - SPINNING - PESCA ALL'INGLESE - CANNA FISSA - BOLOGNESE
scuola di pesca

TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SULLA PESCA IN MARE DALLA SPIAGGIA
domenica 27 marzo 2011
IL GRANCHIO
Il Granchio appartenente al gruppo dei crostacei, è dotato di un robusto carapace e di due potenti chele, pertanto utilizzano quattro paia di arti per il movimento e le chele per difendersi e cibarsi, l’addome è ripiegato verticalmente ed è quindi nascosto.
Ci sono due tipi di granchio, quelli da sabbia e quelli di scoglio, il primo e di colore chiaro, molto più tenero, il secondo e di colore scuro molto più compatto e più combattivo.
Molte specie sono notturne, quando la presenza di potenziali predatori è minore, l’alimentazione varia da specie in specie e comprende animali, piante, carcasse.
Esca molto prelibata per quasi tutti i tipi di pesce, grufolatori e predatori, in particolare l’orata e il Sarago che ne vanno ghiotti, il suo habitat e fra gli scogli in bagnasciuga, la mattina presto e la sera al tramonto quando preferiscono uscire allo scoperto e stare sugli scogli, ma se notano qualche movimento strano subito si vanno ad intanarsi, fare delle battute di pesca con il granchio, si hanno quasi sempre, spesso e volentieri molte catture, solo la polpa preferibilmente, va usata di notte, per usarla di giorno l’acqua deve essere un pò sporca, vivo va molto bene sia di giorno che di notte.
giovedì 24 marzo 2011
MI PRESENTO
Presentazione
Ciao, mi chiamo Michele, sono impiegato presso un’azienda, da oltre 30 anni il mio hobby preferito come avete notato è la pesca, da spiaggia, da barca e dalle scogliere, voglio dedicare il tutto, in primis alla mia famiglia, e poi a tutti quelli che hanno l’hobby della pesca sportiva, e amano il mare.
La mia prima canna è stata una Camor di 4.20 metri in vetroresina, che mi ha dato tantissime emozioni, già dalle prime uscite da dilettante, cercavo di mettere da parte, tutti gli insegnamenti avuti da parte, di amici professionisti e non professionisti, ho incominciato ad intraprendere le prime nozioni di tecnica già delle prime volte che mi recavo negli spot di pesca, notavo che più andavo avanti e più imparavo, in questi ultimi anni credo di aver imparato quasi tutto per il mare e per la pesca sia da terra che da barca, un mio pensiero? ( non si finisce mai di imparare. )
Un giorno navigando in internet ho trovato un sito di pesca molto interessante e facendo un giro nel forum, cerano tante di quelle domande che mi sono incuriosito, si parlava di tutto mare, laghi, fiumi, barche, canne, pesci un po tutto che tratti l’acqua, ho deciso di fare la mia iscrizione, il sito e www.ipescatori.com di cui ora sono membro è faccio da moderatore, per le tecniche di Surfcasting, Ledgering, pesca all’inglese, bolognese e spinnig, v’invito a venirmi a trovare, troverete accoglienza e disponibilità, e per qualsiasi domanda inerente alle varie tecniche di pesca, sia in mare sia in acque interne, gente esperta e professionista del settore, risponderanno alle vostre domande.
Nelle mie battute di pesca, ho preso tantissima acqua e tantissimo sole, era talmente forte la passione che partivo la mattina col buio e ritornavo col buio, non sempre andava bene, più delle volte rientravo con dei cappotti fenomenali, ma alcune volte rientravo con bei carnieri pieni, e li che mi sentivo felice, ricordo quando le canne stavano a dormire, io mi cimentavo a costruire terminali nuovi, li modificavo, li alleggerivo, li appesantivo fin quando non trovavo quello giusto, quello adatto a quel tipo di pesca, e allora si che le canne incominciavano a svegliarsi.
Un caloroso saluto a tutti da Michele Di Bella
Ciao, mi chiamo Michele, sono impiegato presso un’azienda, da oltre 30 anni il mio hobby preferito come avete notato è la pesca, da spiaggia, da barca e dalle scogliere, voglio dedicare il tutto, in primis alla mia famiglia, e poi a tutti quelli che hanno l’hobby della pesca sportiva, e amano il mare.
La mia prima canna è stata una Camor di 4.20 metri in vetroresina, che mi ha dato tantissime emozioni, già dalle prime uscite da dilettante, cercavo di mettere da parte, tutti gli insegnamenti avuti da parte, di amici professionisti e non professionisti, ho incominciato ad intraprendere le prime nozioni di tecnica già delle prime volte che mi recavo negli spot di pesca, notavo che più andavo avanti e più imparavo, in questi ultimi anni credo di aver imparato quasi tutto per il mare e per la pesca sia da terra che da barca, un mio pensiero? ( non si finisce mai di imparare. )
Un giorno navigando in internet ho trovato un sito di pesca molto interessante e facendo un giro nel forum, cerano tante di quelle domande che mi sono incuriosito, si parlava di tutto mare, laghi, fiumi, barche, canne, pesci un po tutto che tratti l’acqua, ho deciso di fare la mia iscrizione, il sito e www.ipescatori.com di cui ora sono membro è faccio da moderatore, per le tecniche di Surfcasting, Ledgering, pesca all’inglese, bolognese e spinnig, v’invito a venirmi a trovare, troverete accoglienza e disponibilità, e per qualsiasi domanda inerente alle varie tecniche di pesca, sia in mare sia in acque interne, gente esperta e professionista del settore, risponderanno alle vostre domande.
Nelle mie battute di pesca, ho preso tantissima acqua e tantissimo sole, era talmente forte la passione che partivo la mattina col buio e ritornavo col buio, non sempre andava bene, più delle volte rientravo con dei cappotti fenomenali, ma alcune volte rientravo con bei carnieri pieni, e li che mi sentivo felice, ricordo quando le canne stavano a dormire, io mi cimentavo a costruire terminali nuovi, li modificavo, li alleggerivo, li appesantivo fin quando non trovavo quello giusto, quello adatto a quel tipo di pesca, e allora si che le canne incominciavano a svegliarsi.
Un caloroso saluto a tutti da Michele Di Bella
mercoledì 16 marzo 2011
PESCA CON CANNA FISSA
Ultimamente si parla sempre di tecniche di pesca al lancio, questa volta voglio parlarvi della pesca con canna fissa, oltre che anche redditizia è anche molto divertente per chi la pratica, io personalmente la pratico spesso, sia nel porto, e sia sulle scogliere, alcune volte da anche bellissime soddisfazioni, tecnica che consiglio di usare, e che voglio parlarvi di questa simpatica pesca.
La pesca con canna fissa si può praticare sia nel porto che sulla scogliera, volendo anche dalla spiaggia, ma se stiamo sopra a delle alture e molto meglio, per i dilettanti una canna fissa di 5 – 6 metri per imparare può andare bene, è conveniente fare sempre le prime esperienze nel porto, in quanto si è liberi nei movimenti, e si sta più comodi.
Incominciamo a dire che le canne fisse vanno da una lunghezza dai 4 metri ai 13 metri, e devono essere il più leggere possibili, considerando che si tratta di una pesca con canna in mano ci si stancherebbe subito ( non usare in caso di brutto tempo ) .
Le misure che per gli spot sopra menzionati vanno dai 7 ai 9 metri, il filo deve essere dello 0.20 montante e fino a un metro della fine della canna, per l’ultimo metro facciamo un terminale dello 0.12 di 95 centimetri, in modo da rimanere 5 centimetri più corto della canna per avere un corretto recupero ed un innesco migliore ( Es. se la canna è lunga 7 metri tutto il montante con terminale deve essere di 6,95 metri circa lo stesso con le altre canne, qualche centimetro più corto della canna ), il terminale si può fare a 1 o 2 ami, il galleggiante fisso o scorrevole, possibilmente di forma sferica e sensibilissimo alle abboccate, importante prima di pescare misurare il fondo con apposito piombo pinzato, tenersi 15 - 20 centimetri alto dal fondo.
Pescare nel porto oltre che più comodo, prima di iniziare e consigliabile pasturare con del pane messo ammollo nel latte e un poco di farina, quando tutto e diventato bello morbido, toglierlo dalla bacinella che sta a mollo e senza strizzarlo metterlo in un secchio, vi servirà a pasturare, chiaramente il latte e la farina creeranno quella chiazza bianca che attirerà i pesci, come sappiamo già dove ci sta mangiare ci stanno loro, chiaramente un poco lo strizzate e lo impastate con formaggio, comunque potete metterci dentro quello che preferite e impastarlo in modo da ottenere una pasta bella soda e che tenga all’amo, vale anche per il bigattino, avendo degli anellidi si può innescare anche con quelli, importante avere il secchio con il pane e di tanto in tanto pasturare, non confondete la pesca all’inglese o bolognese con la canna fissa, quelli sono altre tecniche di pesca.
Pescare dalla scogliera chiaramente a mare sporco, opaco, magari dopo una mareggiata e l’ideale, ma anche con mare chiaro, importante che ci sia una brezza marina lenta quel tanto che basta a fare invogliare il pesce a mangiare, stesso procedimento del porto, pasturare sempre allo stesso punto si raccoglierà una marea di pesci piccoli e grandi, comunque è sempre meglio munirsi di un guadino, i pesci di taglia non tarderanno ad arrivare.
Per questo tipo di pesca il solo consiglio che posso darvi è:
se siete intenzionati a pescare con canna fissa, preferibilmente che siate soli, se no non lo siete fare una pesca uguale, a differenza delle montature, comunque nello spot che decidiate di andare se ci stanno altri pescatori, assicuratevi che facciano la vostra stessa tecnica di pesca, anche se con terminali diversi non ha importanza, ma se notate che qualcuno sta pescando con l’ancorotto in finale, o vi allontanate, o se lo conoscete e avete quella amicizia di poterlo cazziare dite di non pescare in quel modo, e spiegate loro che quel tipo di pesca non fa altro che, tirando di colpo, il pesce viene agganciato e tirato su, ma se per caso il pesce viene ferito, potete pasturare quanto volete di pesci almeno per 2 - 3 ore, non ne prenderete più.
Autore
Michele Di Bella
La pesca con canna fissa si può praticare sia nel porto che sulla scogliera, volendo anche dalla spiaggia, ma se stiamo sopra a delle alture e molto meglio, per i dilettanti una canna fissa di 5 – 6 metri per imparare può andare bene, è conveniente fare sempre le prime esperienze nel porto, in quanto si è liberi nei movimenti, e si sta più comodi.
Incominciamo a dire che le canne fisse vanno da una lunghezza dai 4 metri ai 13 metri, e devono essere il più leggere possibili, considerando che si tratta di una pesca con canna in mano ci si stancherebbe subito ( non usare in caso di brutto tempo ) .
Le misure che per gli spot sopra menzionati vanno dai 7 ai 9 metri, il filo deve essere dello 0.20 montante e fino a un metro della fine della canna, per l’ultimo metro facciamo un terminale dello 0.12 di 95 centimetri, in modo da rimanere 5 centimetri più corto della canna per avere un corretto recupero ed un innesco migliore ( Es. se la canna è lunga 7 metri tutto il montante con terminale deve essere di 6,95 metri circa lo stesso con le altre canne, qualche centimetro più corto della canna ), il terminale si può fare a 1 o 2 ami, il galleggiante fisso o scorrevole, possibilmente di forma sferica e sensibilissimo alle abboccate, importante prima di pescare misurare il fondo con apposito piombo pinzato, tenersi 15 - 20 centimetri alto dal fondo.
Pescare nel porto oltre che più comodo, prima di iniziare e consigliabile pasturare con del pane messo ammollo nel latte e un poco di farina, quando tutto e diventato bello morbido, toglierlo dalla bacinella che sta a mollo e senza strizzarlo metterlo in un secchio, vi servirà a pasturare, chiaramente il latte e la farina creeranno quella chiazza bianca che attirerà i pesci, come sappiamo già dove ci sta mangiare ci stanno loro, chiaramente un poco lo strizzate e lo impastate con formaggio, comunque potete metterci dentro quello che preferite e impastarlo in modo da ottenere una pasta bella soda e che tenga all’amo, vale anche per il bigattino, avendo degli anellidi si può innescare anche con quelli, importante avere il secchio con il pane e di tanto in tanto pasturare, non confondete la pesca all’inglese o bolognese con la canna fissa, quelli sono altre tecniche di pesca.
Pescare dalla scogliera chiaramente a mare sporco, opaco, magari dopo una mareggiata e l’ideale, ma anche con mare chiaro, importante che ci sia una brezza marina lenta quel tanto che basta a fare invogliare il pesce a mangiare, stesso procedimento del porto, pasturare sempre allo stesso punto si raccoglierà una marea di pesci piccoli e grandi, comunque è sempre meglio munirsi di un guadino, i pesci di taglia non tarderanno ad arrivare.
Per questo tipo di pesca il solo consiglio che posso darvi è:
se siete intenzionati a pescare con canna fissa, preferibilmente che siate soli, se no non lo siete fare una pesca uguale, a differenza delle montature, comunque nello spot che decidiate di andare se ci stanno altri pescatori, assicuratevi che facciano la vostra stessa tecnica di pesca, anche se con terminali diversi non ha importanza, ma se notate che qualcuno sta pescando con l’ancorotto in finale, o vi allontanate, o se lo conoscete e avete quella amicizia di poterlo cazziare dite di non pescare in quel modo, e spiegate loro che quel tipo di pesca non fa altro che, tirando di colpo, il pesce viene agganciato e tirato su, ma se per caso il pesce viene ferito, potete pasturare quanto volete di pesci almeno per 2 - 3 ore, non ne prenderete più.
Autore
Michele Di Bella
giovedì 10 marzo 2011
LE FASI DI MAGGIORE E MINORE ATTIVITA' DEI PESCI
Quante volte ci siamo recati a pesca è ci siamo ritirati con un bel cappotto, oppure con un bel bottino, e dicevate fra voi e voi, oppure agli amici, domani ritorno e farò un’altra strage di pesci, oppure non ci vado piu’ perche’ non si prende niente, in considerazione dell’arrivo dell’inverno, dove le belle giornate si alternano al brutto tempo, sicuramente non vi siete mai chiesti il perché? a tutto questo c’e’ una risposta, non tutti i giorni, e i momenti, sono uguali, ma se prendete in considerazione quello che sto per descrivervi, sicuramente eviterete un po meno cappotti, e piu’ pesce.
Il tutto si basa dalla spiaggia e in condizioni di mare calmo piatto o poco mosso, oltre si va per surfcasting.
Dalla mia esperienza di pesca ho stilato queste conclusioni, quando andavo a cappotto oppure al contrario.
Il pesce è in fase di minore attività quando:
* Quando la luna è in fase crescente con gobba a ponente. ( fino a che non si porta al primo quarto )
** Quando c’e’ vento di tramontana o vento di grecale. (venti freddi, provenienti da nord e nord-est, la tramontana dura dai 3 ai 5 giorni, il grecale 1 giorno ma potrebbe cambiare, raramente )
*** Durante la fase di bassa marea. ( per 6 ore )
**** Quando c’è maltempo in arrivo, si spostano in profondita’ ( i pesci lo sentono già da 2 giorni prima )
Il Pesce è in fase di maggiore attività quando:
* Quando la luna è in primo quarto, luna piena e ultimo quarto, in queste fasi c’e’ maggiore attività, e già a partire dall’ultimo quarto la gobba della luna è rivolta a levante l’attività è frenetica.
** Quando i venti nella giornata cambiano in continuazione le direzioni, è qui che c’è una maggiore attività, in particolar modo quando tira vento di scirocco che il pesce sembra più affamato.
*** Quando in fase di cambio marea da bassa a alta, e da alta a bassa in questo arco di tempo c’e’ attività, è per tutta la durata dell’alta marea, con la bassa marea si allontana dalla riva e per tutta la sua durata.
**** Quando c’è mal tempo in corso, anche con la pioggia, aumentano la loro attività, ( non praticare attività di pesca in presenza di Tuoni e Fulmini )
tutti questi eventi coincidono quasi sempre con le attività dei pesci.
non è detto che non si prende proprio niente, nelle fase di minore attività, potrebbe capitare qualche pesce di fortuna, o al massimo minutaglia, meno di 50 grammi che vanno rilasciati, ma il cappotto e quasi sicuro.
Autore
Michele Di Bella
Il tutto si basa dalla spiaggia e in condizioni di mare calmo piatto o poco mosso, oltre si va per surfcasting.
Dalla mia esperienza di pesca ho stilato queste conclusioni, quando andavo a cappotto oppure al contrario.
Il pesce è in fase di minore attività quando:
* Quando la luna è in fase crescente con gobba a ponente. ( fino a che non si porta al primo quarto )
** Quando c’e’ vento di tramontana o vento di grecale. (venti freddi, provenienti da nord e nord-est, la tramontana dura dai 3 ai 5 giorni, il grecale 1 giorno ma potrebbe cambiare, raramente )
*** Durante la fase di bassa marea. ( per 6 ore )
**** Quando c’è maltempo in arrivo, si spostano in profondita’ ( i pesci lo sentono già da 2 giorni prima )
Il Pesce è in fase di maggiore attività quando:
* Quando la luna è in primo quarto, luna piena e ultimo quarto, in queste fasi c’e’ maggiore attività, e già a partire dall’ultimo quarto la gobba della luna è rivolta a levante l’attività è frenetica.
** Quando i venti nella giornata cambiano in continuazione le direzioni, è qui che c’è una maggiore attività, in particolar modo quando tira vento di scirocco che il pesce sembra più affamato.
*** Quando in fase di cambio marea da bassa a alta, e da alta a bassa in questo arco di tempo c’e’ attività, è per tutta la durata dell’alta marea, con la bassa marea si allontana dalla riva e per tutta la sua durata.
**** Quando c’è mal tempo in corso, anche con la pioggia, aumentano la loro attività, ( non praticare attività di pesca in presenza di Tuoni e Fulmini )
tutti questi eventi coincidono quasi sempre con le attività dei pesci.
non è detto che non si prende proprio niente, nelle fase di minore attività, potrebbe capitare qualche pesce di fortuna, o al massimo minutaglia, meno di 50 grammi che vanno rilasciati, ma il cappotto e quasi sicuro.
Autore
Michele Di Bella
mercoledì 9 marzo 2011
IL PESCE SERRA
breve descrizione della specie
Unico rappresentante della Famiglia dei Pomatomidi, il Pesce serra (Pomatomus saltator) è un vorace predatore che negli ultimi anni, probabilmente a seguito del riscaldamento delle acque, si mostra sempre più di frequente in alcune località costiere, come ad esempio quelle della regione laziale e sicula. Il nome è dovuto alla formidabile dentatura che possiedono le sue possenti mascelle; i denti infatti sono molto affilati e di forma triangolare. Spesso trancia di netto, a metà, le sue prede. Il colore è grigio metallico – verdastro con qualche sfumatura oro, intenso sulla regione dorsale e si schiarisce molto dai fianchi fino al ventre che si presenta pressoché bianco uniforme. Specie dalle abitudini gregarie predilige le acque calde, per cui, nella stagione che va da maggio ad ottobre si avvicina molto spesso sottocosta per poi allontanarsene nel periodo freddo. Molto comune nelle aree portuali dove trova cibo in abbondanza e nelle foci dei fiumi dove riesce a tollerare le ampie fluttuazioni termiche e saline caratteristiche di questi ambienti particolari. Le sue carni, nonostante siano buone, non sono considerate pregiate in tutte le nostre regioni. Talvolta, nonostante i caratteri distintivi piuttosto evidenti, può essere venduto fraudolentemente come spigola. La taglia comune è di qualche Kg, ma in casi eccezionali ha superato i 12 Kg di peso.
TUTTO SUL SERRA
Incominciamo a dire che il Pesce Serra è un pesce predatore, qui dalle mie parti, appare nel periodo che và da maggio-giugno fino ad oltre il mese di ottobre, poi si allontana al largo per riapparire lungo la costa in primavera. Possiede mascelle molto forti, come solo ben pochi predatori anno, con denti aguzzi e taglienti per cui per la sua cattura è previsto un terminale in acciaio minimo 40 libre. ( 1 libra equivale a 450 grammi )
Il suo habitat qui da noi è prevalentemente nel porto, dove sicuramente trova parecchio da mangiare. È presente anche di fronte alle spiagge.
Gli spot nei quali i pesci accostano a poche decine di metri da riva, benché rari e circoscritti, esistono un pò dovunque, andare a caso non serve a niente, bisogna individuarli con precisione e andare a colpo sicuro.
Un’indicazione quasi sicura sulla presenza del pesce serra, capita anche di averla in spiaggia, magari senza rendersene conto, un colpo sicuro e forte, la canna che si piega, una mormora allamata e recuperata la notiamo tranciata a metà, di sicuro è il serra, quindi conviene provare. Abbiamo la certezza della sua presenza, vedendo la mormora tranciata di netto e senza nessuna striatura. Ecco ora vale la pena di provare un tentativo, sicuramente siamo vicini ad una foce, scogliera o dintorni di un porto.
La sua esca preferita a mio parere è l’aguglia, ecco perché si trova in contemporanea con l’arrivo di questi pesci, non disdegna neanche le piccole spigole, saraghi, occhiate, cefali etc. etc, e perché no anche di qualche orata ma di piccole dimensioni, diciamo che tutto quello che si muove in acqua è il suo cibo, a prescindere dal vivo, e considerando anche le sue abitudini di grufolare, nella sabbia, non disdegna neanche della sarda, e dell’ acciuga, e anche per qualche anellide di media grandezza, tipo americano, rimini e cosi via dicendo, questo per quanto riguarda le esche vive o morte, si puo’ catturare anche a spinning con gli artificiali, ma se snodato è ancora migliore, considerando anche che è sempre a caccia, si può catturare in ore diurne e notturne (devo precisare anche che è un ottimo combattente).
Comunque prendere un pesce serra dalla costa non è un sogno.
Dopo aver fatto una breve introduzione passiamo alla sua cattura con sistemi e tecniche diverse, sicuramente la cosa che piu’ interessa è la sua cattura.
Il Vivo
L’esca viva risulta essere sempre la migliore su tutto, pescando con il Lift ( teleferica ) sono molte le probabilità di catture, come esca n° 1 in assoluto metterei al 1° posto l’aguglia, poi il cefalo e poi tutti gli altri a seguire.
Il terminale deve essere di almeno 1.5 o al massimo di 2 metri, dando modo all’esca di muoversi comodamente, l’innesco va fatto per l’aguglia un amo in bocca, e uno sulla schiena, facendo attenzione alle parti vitali, quello sulla schiena sia per l’aguglia e sia per gli altri pesci esca va inserito a circa 2 millimetri sotto la pinna schienale.
Una volta lanciata l’esca non più lontano dai 2.5 -3 metri di profondità, lasciare almeno 4 – 5 metri di filo a bando, considerando che trancia a metà l’esca, un amo non basta devono essere almeno due, il filo a bando serve per far si che il serra abbia tutto il tempo di ingoiare l’esca ed anche il secondo amo, allora si che incominciano i fuochi di artificio.
Considerando che il serra la maggior parte sta nei porti, un’altro sistema di cattura, sarebbe con il palloncino, ( funziona ed è molto affidabile ) con esche vive o morte funziona ugualmente, in ogni caso usare questa tecnica, la mattina presto, quando le barche sono ancora ancorate, o la sera sul tardi, quando le barche sono rientrate, questo per evitare il trambusto delle barche, e fare un’ottima pescata senza nessun disturbo.
L’innesco con il palloncino avviene con una girella a tre, legando ad un occhiello, il palloncino, ad un altro occhiello il terminale con l’esca, e ad un altro anello la lenza madre che teniamo in mano in caso di ferrata, per poter recuperare, ( attenzione il terminale sempre in acciaio )
Il Morto
Qualsiasi esca morta può andar bene, il terminale adatto per le esche morte, e principalmente per la sarda, ( facilissima da trovare e a buon prezzo ) da usare nel porto, si usa usare un piombo sui 50 – 60 grammi legato ad un filo di almeno 2 metri, con asola da attaccare al moschettone della lenza madre, più un terminale sempre a due ami, legati in un filo in acciaio termosaldante, di circa 50 centimetri, che andremo ad allacciare ad un filo del 0.30 di circa 1,5 metri, che allacceremo allo stesso moschettone della lenza madre, insieme al filo con piombo, a questo punto inneschiamo la sarda, facendo attenzione di rompere con le mani la lisca dell’ultimo pezzo della sarda, dalla parte della coda in 2 – 3 punti, cosi facendo una volta lanciata la sarda, e stando a circa 2 metri di altezza, e considerando la corrente che si trova nei porti, la coda rotta tende ad ondeggiare dando la sensazione come se la sarda fosse viva, a questo punto non ci resta che aspettare, lo stesso vale anche con una bella alice, lo stesso metodo si può usare tranquillamente dalla spiaggia.
Spinning
Ecco questo è un altro sistema di cattura per il serra, considerando che stiamo parlando di un predatore-cacciatore, è quello che si muove in acqua lui lo attacca, i minnow sono ideali per questo tipo di pesca, bisogna usare minnow più o meno della lunghezza di almeno 10 – 15 centimetri, tutti i tipi di minnow vanno bene, pero’se consideriamo che la sua esca preferita e l’aguglia, dovremmo portare con noi anche dei minnow snodati, a 2 o 3 pezzi, che consiglierei al 100x100.
Attenzione!!! come detto in precedenza il serra è un ottimo combattente, quindi bisogna avere calma e sangue freddo, non illudiamoci che una volta abboccato siamo sicuri di salparlo, va lavorato e frizionato.
Autori
Michele Di Bella per la parte tecnica
Con la speciale collaborazione di Francesco Tiralongo ( Biologo marino )
Unico rappresentante della Famiglia dei Pomatomidi, il Pesce serra (Pomatomus saltator) è un vorace predatore che negli ultimi anni, probabilmente a seguito del riscaldamento delle acque, si mostra sempre più di frequente in alcune località costiere, come ad esempio quelle della regione laziale e sicula. Il nome è dovuto alla formidabile dentatura che possiedono le sue possenti mascelle; i denti infatti sono molto affilati e di forma triangolare. Spesso trancia di netto, a metà, le sue prede. Il colore è grigio metallico – verdastro con qualche sfumatura oro, intenso sulla regione dorsale e si schiarisce molto dai fianchi fino al ventre che si presenta pressoché bianco uniforme. Specie dalle abitudini gregarie predilige le acque calde, per cui, nella stagione che va da maggio ad ottobre si avvicina molto spesso sottocosta per poi allontanarsene nel periodo freddo. Molto comune nelle aree portuali dove trova cibo in abbondanza e nelle foci dei fiumi dove riesce a tollerare le ampie fluttuazioni termiche e saline caratteristiche di questi ambienti particolari. Le sue carni, nonostante siano buone, non sono considerate pregiate in tutte le nostre regioni. Talvolta, nonostante i caratteri distintivi piuttosto evidenti, può essere venduto fraudolentemente come spigola. La taglia comune è di qualche Kg, ma in casi eccezionali ha superato i 12 Kg di peso.
TUTTO SUL SERRA
Incominciamo a dire che il Pesce Serra è un pesce predatore, qui dalle mie parti, appare nel periodo che và da maggio-giugno fino ad oltre il mese di ottobre, poi si allontana al largo per riapparire lungo la costa in primavera. Possiede mascelle molto forti, come solo ben pochi predatori anno, con denti aguzzi e taglienti per cui per la sua cattura è previsto un terminale in acciaio minimo 40 libre. ( 1 libra equivale a 450 grammi )
Il suo habitat qui da noi è prevalentemente nel porto, dove sicuramente trova parecchio da mangiare. È presente anche di fronte alle spiagge.
Gli spot nei quali i pesci accostano a poche decine di metri da riva, benché rari e circoscritti, esistono un pò dovunque, andare a caso non serve a niente, bisogna individuarli con precisione e andare a colpo sicuro.
Un’indicazione quasi sicura sulla presenza del pesce serra, capita anche di averla in spiaggia, magari senza rendersene conto, un colpo sicuro e forte, la canna che si piega, una mormora allamata e recuperata la notiamo tranciata a metà, di sicuro è il serra, quindi conviene provare. Abbiamo la certezza della sua presenza, vedendo la mormora tranciata di netto e senza nessuna striatura. Ecco ora vale la pena di provare un tentativo, sicuramente siamo vicini ad una foce, scogliera o dintorni di un porto.
La sua esca preferita a mio parere è l’aguglia, ecco perché si trova in contemporanea con l’arrivo di questi pesci, non disdegna neanche le piccole spigole, saraghi, occhiate, cefali etc. etc, e perché no anche di qualche orata ma di piccole dimensioni, diciamo che tutto quello che si muove in acqua è il suo cibo, a prescindere dal vivo, e considerando anche le sue abitudini di grufolare, nella sabbia, non disdegna neanche della sarda, e dell’ acciuga, e anche per qualche anellide di media grandezza, tipo americano, rimini e cosi via dicendo, questo per quanto riguarda le esche vive o morte, si puo’ catturare anche a spinning con gli artificiali, ma se snodato è ancora migliore, considerando anche che è sempre a caccia, si può catturare in ore diurne e notturne (devo precisare anche che è un ottimo combattente).
Comunque prendere un pesce serra dalla costa non è un sogno.
Dopo aver fatto una breve introduzione passiamo alla sua cattura con sistemi e tecniche diverse, sicuramente la cosa che piu’ interessa è la sua cattura.
Il Vivo
L’esca viva risulta essere sempre la migliore su tutto, pescando con il Lift ( teleferica ) sono molte le probabilità di catture, come esca n° 1 in assoluto metterei al 1° posto l’aguglia, poi il cefalo e poi tutti gli altri a seguire.
Il terminale deve essere di almeno 1.5 o al massimo di 2 metri, dando modo all’esca di muoversi comodamente, l’innesco va fatto per l’aguglia un amo in bocca, e uno sulla schiena, facendo attenzione alle parti vitali, quello sulla schiena sia per l’aguglia e sia per gli altri pesci esca va inserito a circa 2 millimetri sotto la pinna schienale.
Una volta lanciata l’esca non più lontano dai 2.5 -3 metri di profondità, lasciare almeno 4 – 5 metri di filo a bando, considerando che trancia a metà l’esca, un amo non basta devono essere almeno due, il filo a bando serve per far si che il serra abbia tutto il tempo di ingoiare l’esca ed anche il secondo amo, allora si che incominciano i fuochi di artificio.
Considerando che il serra la maggior parte sta nei porti, un’altro sistema di cattura, sarebbe con il palloncino, ( funziona ed è molto affidabile ) con esche vive o morte funziona ugualmente, in ogni caso usare questa tecnica, la mattina presto, quando le barche sono ancora ancorate, o la sera sul tardi, quando le barche sono rientrate, questo per evitare il trambusto delle barche, e fare un’ottima pescata senza nessun disturbo.
L’innesco con il palloncino avviene con una girella a tre, legando ad un occhiello, il palloncino, ad un altro occhiello il terminale con l’esca, e ad un altro anello la lenza madre che teniamo in mano in caso di ferrata, per poter recuperare, ( attenzione il terminale sempre in acciaio )
Il Morto
Qualsiasi esca morta può andar bene, il terminale adatto per le esche morte, e principalmente per la sarda, ( facilissima da trovare e a buon prezzo ) da usare nel porto, si usa usare un piombo sui 50 – 60 grammi legato ad un filo di almeno 2 metri, con asola da attaccare al moschettone della lenza madre, più un terminale sempre a due ami, legati in un filo in acciaio termosaldante, di circa 50 centimetri, che andremo ad allacciare ad un filo del 0.30 di circa 1,5 metri, che allacceremo allo stesso moschettone della lenza madre, insieme al filo con piombo, a questo punto inneschiamo la sarda, facendo attenzione di rompere con le mani la lisca dell’ultimo pezzo della sarda, dalla parte della coda in 2 – 3 punti, cosi facendo una volta lanciata la sarda, e stando a circa 2 metri di altezza, e considerando la corrente che si trova nei porti, la coda rotta tende ad ondeggiare dando la sensazione come se la sarda fosse viva, a questo punto non ci resta che aspettare, lo stesso vale anche con una bella alice, lo stesso metodo si può usare tranquillamente dalla spiaggia.
Spinning
Ecco questo è un altro sistema di cattura per il serra, considerando che stiamo parlando di un predatore-cacciatore, è quello che si muove in acqua lui lo attacca, i minnow sono ideali per questo tipo di pesca, bisogna usare minnow più o meno della lunghezza di almeno 10 – 15 centimetri, tutti i tipi di minnow vanno bene, pero’se consideriamo che la sua esca preferita e l’aguglia, dovremmo portare con noi anche dei minnow snodati, a 2 o 3 pezzi, che consiglierei al 100x100.
Attenzione!!! come detto in precedenza il serra è un ottimo combattente, quindi bisogna avere calma e sangue freddo, non illudiamoci che una volta abboccato siamo sicuri di salparlo, va lavorato e frizionato.
Autori
Michele Di Bella per la parte tecnica
Con la speciale collaborazione di Francesco Tiralongo ( Biologo marino )
martedì 8 marzo 2011
TUTTO SULLA MORMORA
MORMORA ( LITHOGNATHUS MORMYRUS)
Le mormore vivono ovunque lungo tutte le coste di ogni mare italiano ma preferiscono i fondali sabbiosi ricchi di vegetazione e ghiaiosi, con profondità di 20 - 30 metri, la mormora generalmente vive in branchi e durante i periodi freddi si allontana dalle rive, si riproduce in primavera e estate, e’ un Grufolatile e appartiene alla famiglia degli sparidi, le sue caratteristiche sono: la Testa in proporzione al corpo e molto grande, con strisce verticali scure che arrivano fino a sopra la pancia, le strisce verticali aumentano in base alla grandezza del pesce, ( può arrivare e non oltre il 1,5 kg ) la pancia e di un colore biancastro, con le pinne sul giallastro per quelle adulte, e di carnagione bianca, e si adatta molto bene in cucina,
La pesca alla mormora è una pesca tipicamente a fondo, sia diurna che notturna, la maggiore attività pescosa si ha dalle ore del tramonto all'alba, si può pescare anche nelle ore diurne con il sole alto, in fase di alta marea, di notte in assenza di luna, al primo quarto, luna piena e ultimo quarto di luna, dalla spiaggia è ideale la tecnica del surf-casting leggero con una canna robusta ma dal cimino sensibile, ossia con un terminale Long-Arm con piombo scorrevole, massimo 50g. in quanto il pesce assaggia diverse volte l'esca prima di mangiarla, quando ha abboccato si fa trascinare facilmente fino a pochi metri dalle riva dove inizia a opporre una tenace resistenza. si può pescare anche dalla barca senza però allontanarsi troppo dalla riva cercando i branchi, e lasciarsi trasportare dalla corrente L'esca ideale è l'arenicola, ma tutti i vermi funzionano bene come esche, senza disprezzare il gambero con lo zucchero, i paguri, le trombe di mare, l’oloturia, il granchietto, la fasolara, il cannolicchio.
Le mormore vivono ovunque lungo tutte le coste di ogni mare italiano ma preferiscono i fondali sabbiosi ricchi di vegetazione e ghiaiosi, con profondità di 20 - 30 metri, la mormora generalmente vive in branchi e durante i periodi freddi si allontana dalle rive, si riproduce in primavera e estate, e’ un Grufolatile e appartiene alla famiglia degli sparidi, le sue caratteristiche sono: la Testa in proporzione al corpo e molto grande, con strisce verticali scure che arrivano fino a sopra la pancia, le strisce verticali aumentano in base alla grandezza del pesce, ( può arrivare e non oltre il 1,5 kg ) la pancia e di un colore biancastro, con le pinne sul giallastro per quelle adulte, e di carnagione bianca, e si adatta molto bene in cucina,
La pesca alla mormora è una pesca tipicamente a fondo, sia diurna che notturna, la maggiore attività pescosa si ha dalle ore del tramonto all'alba, si può pescare anche nelle ore diurne con il sole alto, in fase di alta marea, di notte in assenza di luna, al primo quarto, luna piena e ultimo quarto di luna, dalla spiaggia è ideale la tecnica del surf-casting leggero con una canna robusta ma dal cimino sensibile, ossia con un terminale Long-Arm con piombo scorrevole, massimo 50g. in quanto il pesce assaggia diverse volte l'esca prima di mangiarla, quando ha abboccato si fa trascinare facilmente fino a pochi metri dalle riva dove inizia a opporre una tenace resistenza. si può pescare anche dalla barca senza però allontanarsi troppo dalla riva cercando i branchi, e lasciarsi trasportare dalla corrente L'esca ideale è l'arenicola, ma tutti i vermi funzionano bene come esche, senza disprezzare il gambero con lo zucchero, i paguri, le trombe di mare, l’oloturia, il granchietto, la fasolara, il cannolicchio.
venerdì 4 marzo 2011
LA SPIGOLA
Breve descrizione della specie
Per la scienza nota come Dicentrarchus labrax, la Spigola è un pesce dalle abitudini gregarie durante i primi anni di vita che tende via via ad un comportamento solitario da adulto. Ama frequentare durante le mareggiante i frangiflutti ed i moli, zone in cui le onde frangendosi formano schiuma, spesso avvicinandosi moltissimo alla riva (in queste condizioni spesso sotto all’onda possono vedersi grossi esemplari che addirittura nuotano sotto al bagnasciuga e tendono agguati tra la schiuma a piccoli pesci). Abituale frequentatrice delle di foci di fiumi, lagune costiere e porticcioli riparati, dove trovano rifugio i piccoli pesci dei quali si ciba (latterini, cefali, occhiate, ecc..). E’ un pesce predatorio e molto vorace ed attacca facilmente esche artificiali che riescono a stimolare il suo istinto predatorio. La bocca è piuttosto ambia e dotata di piccoli denti presenti anche sul vomere e sulla lingua. La colorazione è argentea – dorata e presenta piccole varianti in base all’habitat che frequenta ed al regime alimentare, ovviamente si tratterà sempre della stessa specie. Sicuramente tra le specie più ambite del SurfCasting è molto diffusa in tutta Italia ed il periodo migliore per tentare di insidiarla è quello invernale, periodo in cui più facilmente si avvicina alla riva. In casi eccezionali può superare i 10 Kg di peso per il metro di lunghezza. Le carni sono pregiate.
Le Tecniche per insidiare la Spigola
Per prima cosa per la pesca alla spigola, dovete essere sicuri dello spot, dove sapete che le spigole si aggirano, non tutti gli spot sono adatti alle spigole.
Nella mia zona il posto per insidiare la spigola si chiama Torre Ruffa nel comune di Ricadi, e il porto di Tropea.
Ecco di seguito le tecniche per la sua cattura:
Spinning
Lo spinning va fatto da spiaggia, scogliera, porti, con pesci Siliconide della Ragloo, ( consiglio solo Ragloo e no altre marche, provate ma senza esito ) i migliori siliconidi sono della misura di 6 centimetri, di colore celeste sul dorso e bianchi sulla pancia, oppure testa rossa e resto bianco, per i Minnows i testa rossa sono micidiali, i più indicati sono quelli dai 7 grammi ai 10 grammi, Cucchiaini con piuma ottimi, sicuramente ci saranno altri tipi di formato e pesatura, io mi trovo bene con questi elencati, non trovo motivo prenderne altri e provarli, i siliconidi e i cucchiaini li uso con una bombarda semi affondante di 20 grammi e terminale di 2.5 metri, dello 0.20, il periodo migliore per lo spinning e l’inverno, bisogna conoscere bene gli spot adatti dove queste girovagano, chiaramente non bisogna stare sempre fermi allo stesso punto, bisogna andare a cercarle, una volta prese, bisogna prendere bene visione del posto, non si escludono i cappotti, per lo spinning il mare deve essere nelle condizioni giuste, un pò mosso, sporco, onde regolari, non si escludono altre abboccate, come per esempio il serra, le lecce, le occhiate, Lucci, etc. etc.
Lift con il vivo
Questo è il momento adatto per il lift considerando il periodo delle aguglie, di cui le spigole e i serra ne sono ghiotte, il terminale va fatto con 3 ami sempre sullo stesso filo, gli ami vanno innescati nelle parti non vitali dell’aguglia, muso e la parte della schiena a circa 2 millimetri sotto la pinna , il terminale deve essere lungo almeno 2 metri, per dare libero movimento all’aguglia, con questo sistema potrebbe abboccare anche il pesce serra che è anche il suo periodo.
Ciao Ciao
Tipico terminale uguale al Longarm, un po più corto, di circa 1.5 metri con innesco della sarda sfilettata, con l’interno avvolta verso l’esterno e legarla con filo elastico, va anche bene l’americano, la fasolare, ecc. ma attenzione vanno un pò sgallati. ( per la preparazione del terminale lo potete trovare nel forum alla sezione Terminali)
Inglese
1a ) tecnica,
1.5 metri, dello 0.14 con torpilla da 2 grammi
2 metri di terminale , in base alle condizioni del mare se opaco o chiaro dello 0.08 o dello 0.10, ( alcuni usano lo 0.12, ma io vado sul sicuro nelle abboccate ) prima di mettermi a pescare faccio la misurazione del fondo, e lo alzo a 10 - 20 centimetri dal fondo.
Questo tipo di terminale e fatto per arrivare adagio adagio sul fondo, quando il pesce si presume che mangi a galla o mezz’acqua, in considerazione del fatto che il terminale affonda lentamente quasi insieme al bigattino pasturato.
Terminale ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
pesci da insidiare potrebbero essere, occhiate, spigole, lecce
. 2a ) Tecnica
Uguale alla prima ma con un piombino piccolo a 20 cm dall’amo in modo che arrivi prima sul fondo.
Questo tipo di terminale si usa quando con certezza si sa che il pesce incomincia a mangiare da mezz’acqua in giù, il pallino serve a far scendere un pò più velocemente il terminale.
Terminale ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefali, occhiate, saraghi, orate.
3a ) tecnica
Sempre uguale alla prima ma con cambio di torpilla da 1 grammo, + 1 grammo diviso nel terminale con varie misure di pallini piombati in ordine decrescente.
Si usa in presenza di leggera brezza, in modo che il terminale avendo ben distribuito il peso dei piombini non si abbracci al galleggiante onde evitare garbugli, il terminale arriva più velocemente sul fondo, mare con una leggera brezza e onde piccoline ma di continuo.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefalo, occhiata, sarago, salpa, orata
4a ) tecnica
Sostituzione della torpilla con pasturatore e nell’interno 1 torpilla di 1 grammo, terminale identico al 1°.
Si usa in caso di corrente a galla, e la pasturazione avviene a 4 metri dal fondo, questo sistema evita la pasturazione a fionda, altrimenti con la corrente il bigattino viene trasportato e depositato altrove e non nel nostro raggio di pesca.
La torpilla dentro il pasturatore lo aiuta a scendere più velocemente, anche se raramente il terminale si aggroviglia al pasturatore, ma è un rischio che si corre, per fare un’ipotesi su 30 lanci 1 potrebbe andare storto ma la tecnica è efficace, la pasturazione avviene un lancio si e un lancio no.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, orata, cefalo, sarago.
5a ) Tecnica
Uguale alla 4a tecnica, con unica di differenza che è il pasturatore a stare 10 cm dal fondo, ed il terminale deve pescare in orizzontale.
Si usa quando il pesce mangia sul fondo, e non ne vuol sapere di mangiare alto, il bigattino esce direttamente sul fondo e al passaggio dell’amo il pesce insidiato potrebbe essere, spigola, orata, cefalo.
In queste 5 tecniche come avete notato la spigola e quella che si potrebbe insidiare di più, in quanto è l’unico pesce a non avere una postazione fissa.
Nelle prime 4 tecniche la pesca si effettua sempre a 10 massimo 20 centimetri dal fondo, considerando che siamo in condizioni di una brezza leggera, il cimino della canna va lasciato fuori dall’acqua, ad un’altezza dal mare di circa 1.5 – 2 metri in modo che si ha una staccata molto piu’ veloce.
6a ) tecnica
In questa tecnica la torpilla non va inserita, ma va fatto un terminale di 2 metri con 2 grammi di piombini messi in ordine decrescente sempre a partire da 20 centimetri dall’amo, partendo con il piombino più grosso a finire al più piccolo.
Si usa principalmente in condizioni di mare un pò ondoso e sporco, e con un po di vento, in modo che il terminale arrivi molto velocemente sotto a fare il proprio dovere di pescatore, in questo caso il cimino lo tengo in acqua e la pasturazione la faccio tramite palloncino, anche se non ci sarebbero le condizioni per pasturare in quanto il mare già sporco, ma pasturando con il palloncino, raccogliamo una grande quantità pesce sotto al nostro punto di pesca.
Autori
Michele Di Bella per la parte tecnica
Francesco Tiralongo per la Biologia
ORATA ( SPARUS AURATA )
L’Orata è un pesce grufolatore, appartenente alla famiglia degli Sparidi, il corpo, un po affusolato, si distingue dagli altri pesci da quella macchia nera all’altezza delle branchie, e dalla parte d’orata posta sopra il muso a livello degli occhi, da cui prende il nome di Orata, la bocca con mascelle potenti e piena di placche arrotondate che servono a triturare o rompere i gusci dei molluschi in quanto ne va ghiotta, quindi come amo andate sull’acciaio.
Come tipo di pesce affermiamo che è molto sospettosa e diffidente a differenza degli altri pesci, quando è piccola si muove sempre in gruppi, da adulta e sempre solitaria, puo’ arrivare a pesare oltre i 15 kg, e la sua lunghezza va oltre i 70cm, il suo abbitat naturale è un misto di scogli, sabbia e poseidonia, è un pesce di fondale che difficilmente sale a galla.
La sua profondità di pascolo si aggira attorno ai 70-80 mt di profondità, e distante dalla riva, sui 100-150 metri , anche se ogni tanto la troviamo a ridosso della spiaggia, ma sono quelle inferiori ai 3 kg.
L’orata si puo’ trovare in gran quantità anche nei porti, ma sicuramente in taglie minori, anche se ogni tanto ne capita qualcuna che supera i 2 kg, la sua maggiore attività di pascolo il quale e possibile catturarla dalla spiaggia è al sorgere del sole, a sole alto, e’ al tramonto, di notte gira poco o niente, ma non e detto che non ci siano abboccate, si puo’ catturare in quantità maggiori nei mesi caldi a partire da aprile e fino tutto settembre –ottobre, e si puo’ incontrare anche nei mesi invernali ma molto raramente, e facendo sempre attenzione alle maree, con il flusso ed il riflusso e’ il momento di maggiore attività pescosa sia per le orate che per gli altri pesci, passati i due fenomeni l’attività pescosa si riduce, ma mantenendo sempre la pescosità in fase di bassa marea, con il riflusso l’attività’ pescosa si riduce quasi a zero, quindi ripeto stare attenti alle maree.
Un consiglio che posso darvi e’: in caso di abboccata, una volta salpata a terra che non vi venga in mente di inserire le dita per slamarla, potreste farvi molto male, a causa delle sue possenti mascelle, usare lo slamatore o tagliare il filo, un altro terminale si può sempre rifare.
L’esca preferita e’ la Cozza sia sgusciata che intera, segue la Fasolara, il Cannolicchio, il Gambero, il Bibi, il Granchio, l’Americano, Muriddu, Moscardini, Arenicola.
Autore
Michele Di Bella
giovedì 3 marzo 2011
I CODICI DEL SURFCASTING
CHE COS’E’ IL SURF CASTING?
Surf significa onda, Casting vuol dire lancio.
Sport tipicamente invernale che va da ottobre a marzo, anche se in circostanze diverse e raramente, si effettua anche nel periodo estivo, è uno sport adatto a tutti, adulti e non, professionisti e dilettanti, importante seguire alcune regole del gioco, e sicuramente quella giornata diventerà una giornata importante per voi, avete modo di raccontare, i vostri trucchi, le vostre prede ed infine perché no fare anche dei bellissimi scatti, e in fine dire, è stata una bella giornata indimenticabile
Le regole del Surf-Casting si basano su tre punti denominati codici, il teatro di tutto sono: la spiaggia, l’onda ed il lancio. Da questi tre codici si diramano tutte le varianti e le tecniche, non si cerca mai di saltare l’ostacolo ma di affrontarlo con genialità. Per questo il pescatore è sempre un primo attore della disciplina e mai un dipendente di facili soluzioni tecniche.
La Spiaggia, intesa sia come riva che come fondale, è di per sé un teatro ideale per qualsiasi svago in riva al mare, non ci sono impicci, si cammina bene, nessuna onda fa così tanto paura in quanto il fondo e morbido.
Quando arriviamo in spiaggia, subito andiamo a guardare fin dove arrivano le onde, per poter poi posizionare i nostri reggi canne, ma con un occhio si sta a scrutare il mare fin dove bisogna lanciare, ora è tutto pronto possiamo iniziare la nostra battuta o per dire il vero incominciamo a giocare.
L’Onda, è il secondo elemento del Surf, essa è vita e fertilità, sotto quella schiuma tutto diventa cibo, dal microrganismo al pesce di anche di 500 grammi. Questo è il risvolto della catena alimentare che consente la pratica del Surf-Casting, pesce grande mangia pesce piccolo. L’onda che giunge sul bassofondo scava, giungendo persino allo strato ghiaioso. E’ la natura che, avvisato l’istinto di tutte quelle specie che si nutrono degli organismi non più occultati dalla sabbia, ha anche provveduto a svegliare l’istinto predatorio dei ( pescioni ) che si cibano dei piccoli. Questa è la catena alimentare.
Il Lancio è infatti l’azione di pesca compiuta dall’uomo, il quale innescando del cibo lo aggiunge a quello rimosso dal mare, naturalmente non per sfamare ma per catturare. L’impresa non è così semplice, la zona interessata, diciamo così, dal pascolo, può estendersi anche 100/130 metri dalla riva. A complicare le cose c’è il vento, le alghe, la corrente che aggroviglia i terminali e fa scarrozzare il piombo, mai la certezza di essere ( caduti ) nel posto giusto, quindi occorrono molte ore per scoprirlo o tutta la notte. È quello il momento piu’ fecondo, quello in cui entrano in caccia i pesci più grossi, e quello il momento in cui scopriremo di essere o no della pasta per il SURF.
Di fatto il Surf-Casting è qualità. Il gioco più bello della catena alimentare, consiste appunto nell’inserirsi tra il predatore e la specie più grosse tra quelle che si nutrono di organismi naturali così, a cavallo tra predatori e grufolatori ( Grufolare = cercare sul fondo con il muso ) si intreccia la grande sfida con le tecniche, tattiche di pesca, controsensi, delusioni, sconfitte ma anche gioie immense. Il tutto inizia con il lancio, l’uomo pescatore si è introdotto nel rapporto che il mare ha con le sue creature, un rapporto che va rispettato, è così che il Surf-Casting diventa lo sport più bello del mondo.
Michele Di Bella
Surf significa onda, Casting vuol dire lancio.
Sport tipicamente invernale che va da ottobre a marzo, anche se in circostanze diverse e raramente, si effettua anche nel periodo estivo, è uno sport adatto a tutti, adulti e non, professionisti e dilettanti, importante seguire alcune regole del gioco, e sicuramente quella giornata diventerà una giornata importante per voi, avete modo di raccontare, i vostri trucchi, le vostre prede ed infine perché no fare anche dei bellissimi scatti, e in fine dire, è stata una bella giornata indimenticabile
Le regole del Surf-Casting si basano su tre punti denominati codici, il teatro di tutto sono: la spiaggia, l’onda ed il lancio. Da questi tre codici si diramano tutte le varianti e le tecniche, non si cerca mai di saltare l’ostacolo ma di affrontarlo con genialità. Per questo il pescatore è sempre un primo attore della disciplina e mai un dipendente di facili soluzioni tecniche.
La Spiaggia, intesa sia come riva che come fondale, è di per sé un teatro ideale per qualsiasi svago in riva al mare, non ci sono impicci, si cammina bene, nessuna onda fa così tanto paura in quanto il fondo e morbido.
Quando arriviamo in spiaggia, subito andiamo a guardare fin dove arrivano le onde, per poter poi posizionare i nostri reggi canne, ma con un occhio si sta a scrutare il mare fin dove bisogna lanciare, ora è tutto pronto possiamo iniziare la nostra battuta o per dire il vero incominciamo a giocare.
L’Onda, è il secondo elemento del Surf, essa è vita e fertilità, sotto quella schiuma tutto diventa cibo, dal microrganismo al pesce di anche di 500 grammi. Questo è il risvolto della catena alimentare che consente la pratica del Surf-Casting, pesce grande mangia pesce piccolo. L’onda che giunge sul bassofondo scava, giungendo persino allo strato ghiaioso. E’ la natura che, avvisato l’istinto di tutte quelle specie che si nutrono degli organismi non più occultati dalla sabbia, ha anche provveduto a svegliare l’istinto predatorio dei ( pescioni ) che si cibano dei piccoli. Questa è la catena alimentare.
Il Lancio è infatti l’azione di pesca compiuta dall’uomo, il quale innescando del cibo lo aggiunge a quello rimosso dal mare, naturalmente non per sfamare ma per catturare. L’impresa non è così semplice, la zona interessata, diciamo così, dal pascolo, può estendersi anche 100/130 metri dalla riva. A complicare le cose c’è il vento, le alghe, la corrente che aggroviglia i terminali e fa scarrozzare il piombo, mai la certezza di essere ( caduti ) nel posto giusto, quindi occorrono molte ore per scoprirlo o tutta la notte. È quello il momento piu’ fecondo, quello in cui entrano in caccia i pesci più grossi, e quello il momento in cui scopriremo di essere o no della pasta per il SURF.
Di fatto il Surf-Casting è qualità. Il gioco più bello della catena alimentare, consiste appunto nell’inserirsi tra il predatore e la specie più grosse tra quelle che si nutrono di organismi naturali così, a cavallo tra predatori e grufolatori ( Grufolare = cercare sul fondo con il muso ) si intreccia la grande sfida con le tecniche, tattiche di pesca, controsensi, delusioni, sconfitte ma anche gioie immense. Il tutto inizia con il lancio, l’uomo pescatore si è introdotto nel rapporto che il mare ha con le sue creature, un rapporto che va rispettato, è così che il Surf-Casting diventa lo sport più bello del mondo.
Michele Di Bella
PESCA ALL'INGLESE
Tecnica di Pesca All’inglese
1a ) tecnica,
1.5 metri, dello 0.14 con torpilla da 2 grammi
2 metri di terminale , in base alle condizioni del mare se opaco o chiaro dello 0.10 o dello 0.12, ( alcuni usano lo 0.14, ma io vado sul sicuro nelle abboccate ) prima di mettermi a pescare faccio la misurazione del fondo, e lo alzo a 10 - 20 centimetri dal fondo.
Questo tipo di terminale e fatto per arrivare adagio adagio sul fondo, quando il pesce si presume che mangi a galla o mezz’acqua, in considerazione del fatto che il terminale affonda lentamente quasi insieme al bigattino pasturato.
Terminale ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
pesci da insidiare potrebbero essere, occhiate, spigole, lecce.
2a ) Tecnica
Uguale alla prima ma con un piombino piccolo a 20 cm dall’amo in modo che arrivi prima sul fondo.
Questo tipo di terminale si usa quando con certezza si sa che il pesce incomincia a mangiare da mezz’acqua in giù, il pallino serve a far scendere un pò più velocemente il terminale.
Terminale ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefali, occhiate, saraghi, orate.
3a ) tecnica
Sempre uguale alla prima ma con cambio di torpilla da 1 grammo, + 1 grammo diviso nel terminale con varie misure di pallini piombati in ordine decrescente.
Si usa in presenza di leggera brezza, in modo che il terminale avendo ben distribuito il peso dei piombini non si abbracci al galleggiante onde evitare garbugli, il terminale arriva più velocemente sul fondo, mare con una leggera brezza e onde piccoline ma di continuo.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefalo, occhiata, sarago, salpa, orata
4a ) tecnica
Sostituzione della torpilla con pasturatore e nell’interno 1 torpilla di 1 grammo, terminale identico al 1°.
Si usa in caso di corrente a galla, e la pasturazione avviene a 4 metri dal fondo, questo sistema evita la pasturazione a fionda, altrimenti con la corrente il bigattino viene trasportato e depositato altrove e non nel nostro raggio di pesca.
La torpilla dentro il pasturatore lo aiuta a scendere più velocemente, anche se raramente il terminale si aggroviglia al pasturatore, ma è un rischio che si corre, per fare un’ipotesi su 30 lanci 1 potrebbe andare storto ma la tecnica è efficace, la pasturazione avviene un lancio si e un lancio no.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, orata, cefalo, sarago.
5a ) Tecnica
Uguale alla 4a tecnica, con unica di differenza che è il pasturatore a stare 10 cm dal fondo, ed il terminale deve pescare in orizzontale.
Si usa quando il pesce mangia sul fondo, e non ne vuol sapere di mangiare alto, il bigattino esce direttamente sul fondo e al passaggio dell’amo, il pesce insidiato potrebbe essere, spigola, orata, cefalo.
In queste 5 tecniche come avete notato la spigola e quella che si potrebbe insidiare di più, in quanto è l’unico pesce a non avere una postazione fissa.
Nelle prime 4 tecniche la pesca si effettua sempre a 10 massimo 20 centimetri dal fondo, considerando che siamo in condizioni di una brezza leggera, il cimino della canna va lasciato fuori dall’acqua, ad un’altezza dal mare di circa 1.5 – 2 metri in modo che si ha una staccata molto piu’ veloce.
6a ) tecnica
In questa tecnica la torpilla non va inserita, ma va fatto un terminale di 2 metri con 2 grammi di piombini messi in ordine decrescente sempre a partire da 20 centimetri dall’amo, partendo con il piombino più grosso a finire al più piccolo.
Si usa principalmente in condizioni di mare un pò ondoso e sporco, e con un po di vento, in modo che il terminale arrivi molto velocemente sotto a fare il proprio dovere di pescatore, in questo caso il cimino lo tengo in acqua e la pasturazione la faccio tramite palloncino, anche se non ci sarebbero le condizioni per pasturare in quanto il mare già sporco, ma pasturando con il palloncino, raccogliamo una grande quantità di pesce sotto al nostro punto di pesca.
Pasturazione con il palloncino
La pasturazione con palloncino, è una tecnica inventata da me è con molte soddisfazioni di cattura, si potrebbe fare anche in condizioni di mare piatto, ma non c’e’ ne motivo, perché in quelle condizioni il bigattino deve scendere adagio sul fondo, conviene sempre con mare sporco e un po mosso.
Si prende un palloncino di quelli che si usano per i compleanni, si inserisce un piombo a perdere, una pietra, candele di auto, o qualcosa di pesante, ( io opto per il piombo da 200 grammi a siluro) una volta inserito il piombo, si inseriscono i bigattini, con un po di farina, all’uscita del palloncino inserisco un piccolo tubicino di canna di 3 cm ma largo da far passare il dito indice, e butto in zona dove piu’ o meno andra a cadere il terminale, ed il gioco e fatto.
Qualcuno potrebbe pensare che non va a fondo, errato, una volta lanciato in acqua il palloncino è senza aria, per effetto del peso di 200 grammi e il contenuto dentro, va a fondo una volta in acqua avendo lasciato il buco aperto incomincia ad entrare acqua, questo porta che il palloncino una volta arrivato sul fondo ed avendo l’acqua all’interno il bigattino insieme alla farina esce lentamente ed e’ libero di muoversi sul fondo, il suo compito e di raggruppare più pesce possibile, sia per la cattura e sia per il divertimento.
P.S. chi effettua la pesca all’Inglese, deve partire dal presupposto che ci vuole tanta pazienza, è una buona dose di tecnica, pesca che si differenzia molto dagli altri tipi di pesca, voglio solo dire che per guadinare un pesce ci vuole tanta pazienza, tanta calma e tanto sangue freddo, non avere mai fretta di salparlo subito, lo perdereste sicuramente perché state effettuando una pesca con terminali molto sottili, quindi calma, pazienza e sangue freddo.
Un ultima cosa, al palloncino va legato del filo per poi poterlo recuperare a pesca finita, lasciate il mare sempre pulito e lo ritroverete come lo avete lasciato.
Autore
Michele Di Bella
1a ) tecnica,
1.5 metri, dello 0.14 con torpilla da 2 grammi
2 metri di terminale , in base alle condizioni del mare se opaco o chiaro dello 0.10 o dello 0.12, ( alcuni usano lo 0.14, ma io vado sul sicuro nelle abboccate ) prima di mettermi a pescare faccio la misurazione del fondo, e lo alzo a 10 - 20 centimetri dal fondo.
Questo tipo di terminale e fatto per arrivare adagio adagio sul fondo, quando il pesce si presume che mangi a galla o mezz’acqua, in considerazione del fatto che il terminale affonda lentamente quasi insieme al bigattino pasturato.
Terminale ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
pesci da insidiare potrebbero essere, occhiate, spigole, lecce.
2a ) Tecnica
Uguale alla prima ma con un piombino piccolo a 20 cm dall’amo in modo che arrivi prima sul fondo.
Questo tipo di terminale si usa quando con certezza si sa che il pesce incomincia a mangiare da mezz’acqua in giù, il pallino serve a far scendere un pò più velocemente il terminale.
Terminale ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefali, occhiate, saraghi, orate.
3a ) tecnica
Sempre uguale alla prima ma con cambio di torpilla da 1 grammo, + 1 grammo diviso nel terminale con varie misure di pallini piombati in ordine decrescente.
Si usa in presenza di leggera brezza, in modo che il terminale avendo ben distribuito il peso dei piombini non si abbracci al galleggiante onde evitare garbugli, il terminale arriva più velocemente sul fondo, mare con una leggera brezza e onde piccoline ma di continuo.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefalo, occhiata, sarago, salpa, orata
4a ) tecnica
Sostituzione della torpilla con pasturatore e nell’interno 1 torpilla di 1 grammo, terminale identico al 1°.
Si usa in caso di corrente a galla, e la pasturazione avviene a 4 metri dal fondo, questo sistema evita la pasturazione a fionda, altrimenti con la corrente il bigattino viene trasportato e depositato altrove e non nel nostro raggio di pesca.
La torpilla dentro il pasturatore lo aiuta a scendere più velocemente, anche se raramente il terminale si aggroviglia al pasturatore, ma è un rischio che si corre, per fare un’ipotesi su 30 lanci 1 potrebbe andare storto ma la tecnica è efficace, la pasturazione avviene un lancio si e un lancio no.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, orata, cefalo, sarago.
5a ) Tecnica
Uguale alla 4a tecnica, con unica di differenza che è il pasturatore a stare 10 cm dal fondo, ed il terminale deve pescare in orizzontale.
Si usa quando il pesce mangia sul fondo, e non ne vuol sapere di mangiare alto, il bigattino esce direttamente sul fondo e al passaggio dell’amo, il pesce insidiato potrebbe essere, spigola, orata, cefalo.
In queste 5 tecniche come avete notato la spigola e quella che si potrebbe insidiare di più, in quanto è l’unico pesce a non avere una postazione fissa.
Nelle prime 4 tecniche la pesca si effettua sempre a 10 massimo 20 centimetri dal fondo, considerando che siamo in condizioni di una brezza leggera, il cimino della canna va lasciato fuori dall’acqua, ad un’altezza dal mare di circa 1.5 – 2 metri in modo che si ha una staccata molto piu’ veloce.
6a ) tecnica
In questa tecnica la torpilla non va inserita, ma va fatto un terminale di 2 metri con 2 grammi di piombini messi in ordine decrescente sempre a partire da 20 centimetri dall’amo, partendo con il piombino più grosso a finire al più piccolo.
Si usa principalmente in condizioni di mare un pò ondoso e sporco, e con un po di vento, in modo che il terminale arrivi molto velocemente sotto a fare il proprio dovere di pescatore, in questo caso il cimino lo tengo in acqua e la pasturazione la faccio tramite palloncino, anche se non ci sarebbero le condizioni per pasturare in quanto il mare già sporco, ma pasturando con il palloncino, raccogliamo una grande quantità di pesce sotto al nostro punto di pesca.
Pasturazione con il palloncino
La pasturazione con palloncino, è una tecnica inventata da me è con molte soddisfazioni di cattura, si potrebbe fare anche in condizioni di mare piatto, ma non c’e’ ne motivo, perché in quelle condizioni il bigattino deve scendere adagio sul fondo, conviene sempre con mare sporco e un po mosso.
Si prende un palloncino di quelli che si usano per i compleanni, si inserisce un piombo a perdere, una pietra, candele di auto, o qualcosa di pesante, ( io opto per il piombo da 200 grammi a siluro) una volta inserito il piombo, si inseriscono i bigattini, con un po di farina, all’uscita del palloncino inserisco un piccolo tubicino di canna di 3 cm ma largo da far passare il dito indice, e butto in zona dove piu’ o meno andra a cadere il terminale, ed il gioco e fatto.
Qualcuno potrebbe pensare che non va a fondo, errato, una volta lanciato in acqua il palloncino è senza aria, per effetto del peso di 200 grammi e il contenuto dentro, va a fondo una volta in acqua avendo lasciato il buco aperto incomincia ad entrare acqua, questo porta che il palloncino una volta arrivato sul fondo ed avendo l’acqua all’interno il bigattino insieme alla farina esce lentamente ed e’ libero di muoversi sul fondo, il suo compito e di raggruppare più pesce possibile, sia per la cattura e sia per il divertimento.
P.S. chi effettua la pesca all’Inglese, deve partire dal presupposto che ci vuole tanta pazienza, è una buona dose di tecnica, pesca che si differenzia molto dagli altri tipi di pesca, voglio solo dire che per guadinare un pesce ci vuole tanta pazienza, tanta calma e tanto sangue freddo, non avere mai fretta di salparlo subito, lo perdereste sicuramente perché state effettuando una pesca con terminali molto sottili, quindi calma, pazienza e sangue freddo.
Un ultima cosa, al palloncino va legato del filo per poi poterlo recuperare a pesca finita, lasciate il mare sempre pulito e lo ritroverete come lo avete lasciato.
Autore
Michele Di Bella
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